
Campagna di verifica per immobili ristrutturati con Superbonus

Dalla Gazzetta Ufficiale della scorsa settimana arrivano le prime disposizioni della nuova Legge di Stabilità 2016. I tributi locali sono al centro dell’attenzione di questa prima tranche di innovazioni. Di seguito un breve riepilogo per chi volesse tenersi aggiornato:
Per ulteriori dettagli è possibile consultare il manuale gratuito dedicato alla visura catastale online.
Cinque delle più comuni domande per comprendere meglio come sta cambiando la visura catastale in accordo con la nuova Riforma del Catasto.
Dal 9 novembre è entrata in vigore la prima delle modifiche – già visibile su tutte le visure catastali – previste dalla Riforma del Catasto. Ora, oltre a sezione, foglio, particella e subalterno, e ai dati di classamento (zona censuaria, microzona, categoria catastale, rendita catastale, classe e consistenza) la visura indica anche i metri quadrati reali e la superficie in metri quadrati ai fini Tari per tutti gli immobili di categoria A, B, C. Un dato fino a questo momento visibile solo nelle applicazioni degli uffici.
L’istantaneo, indubbio beneficio della presenza di questo dato è nel campo della compravendita degli immobili. In precedenza, la superficie degli immobili era indicata sulla visura catastale unicamente attraverso il numero dei vani, e questa informazione (fondamentale ai fini della vendita o dell’acquisto!) veniva fornita primariamente dalle agenzie immobiliari o dal privato stesso. Inoltre, l’adozione di differenti parametri di misurazione delle superfici (metri quadrati “calpestabili”, metri quadrati reali e metri quadrati commerciali) in passato ha spesso generato confusione e problemi. La nuova visura, fornendo un dato unico e uniforme, dovrebbe eliminare possibili incomprensioni future.
L’indicazione dei metri quadrati ai fini della tassa sui rifiuti (da ora presente sulla nuova visura catastale e su tutte le visure catastali on line) ha la funzione di facilitare il calcolo della base imponibile utilizzata per il pagamento della Tari. È un parametro inserito per i soli immobili ad uso abitativo e, come ci si può aspettare, restituisce la superficie dell’intera unità abitativa con l’esclusione di balconi, terrazze e di tutte le aree non pertinenti al calcolo della tassa sui rifiuti.
Se la superficie indicata dalla planimetria catastale e quella presente sulla visura non dovessero corrispondere ci sarebbe un solo modo corretto di procedere: comunicare il problema all’Agenzia delle Entrate. Il sito dell’Agenzia ha attivato un servizio apposito per le segnalazioni di errore che agisce tramite contact center; la procedura prevede che una volta ricevuta l’allerta e a seguito delle opportune verifiche del caso si proceda alla rettifica dell’errore. Il servizio consente ai contribuenti di inviare anche le proprie osservazioni che contribuiscono a migliorare la qualità delle banche dati condivise tra enti locali e Fisco.
Per quanto il processo di allineamento delle banche dati sia già in uno stato avanzato (tutti gli uffici provinciali sono stati coinvolti), i dati contenuti non comprendono ancora gli immobili con dati di superficie “incoerenti”. Per i proprietari di tutti gli immobili non dotati di planimetria (cioè quelli privi del dato relativo alla superficie, perché risalenti alla prima fase di censimento del Catasto Edilizio Urbano)vige l’obbligo di un aggiornamento catastale. A questo proposito è già attiva la procedura Docfa per inserire in atti la piantina catastale.
Per ulteriori dettagli consultare il manuale gratuito dedicato alla visura catastale online.
Il primo passo per l’implementazione del Catasto Digitale prevede l’inserimento dei metri quadrati (reali e ai fini TARI) come nuovo parametro presente sulle visure catastali. Da alcuni questa novità è considerata indispensabile al fine di ottenere un’uniformità e una trasparenza maggiori. Ma a quanto pare, l’inserimento del nuovo parametro non convince ancora del tutto gli esperti del settore. Le perplessità si articolano prendendo le mosse da due argomentazioni principali: la prima si fonda sul fatto che molto spesso i dati forniti dalle visure non sono correttamente aggiornati (mentre la corrispondenza dei metri quadrati della visura catastale dovrà per legge corrispondere con i parametri indicati dalle planimetrie catastali) e se così non fosse, spetterebbe al contribuente il compito di rettificare i dati attraverso una procedura ancora poco nota.
La seconda obiezione riguarda la possibile confusione ingenerata dal fatto che il parametro della rendita catastale, mantenuto ai fini fiscali almeno fino all’introduzione della nuova riforma sul Catasto, sarà ancora basato sull’unità di misura dei vani.
Dal 9 novembre 2015, tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha inserito nella visura catastale i nuovi dati sui metri quadrati degli immobili per tutte le unità di categoria A, B e C. Facendo leva su un principio di semplificazione tutto a vantaggio dei contribuenti, l’Agenzia si propone di garantire a tutti accesso diretto a dati precedentemente disponibili solo agli addetti ai lavori, mediante appunto, la nuova visura catastale. Sarà importante è non confondersi sulle due nuove voci indicate dalla visura catastale (i metri quadrati calpestabili ai fini TARI e metri quadrati catastali reali)! Scopriamo quali sono e come vanno distinte:
Rispetto al calcolo dei metri di un’unità immobiliare vi è poi un ultimo parametro di riferimento: – questo non indicato dalle visure catastali – quello dei metri quadrati commerciali.
Ad ogni modo, con l’aggiunta dei metri quadrati in visura catastale da oggi in poi sarà più semplice calcolare il valore commerciale dell’immobile, prendendo a riferimento le quotazioni immobiliari pubblicate dalla stessa Agenzia delle Entrate. Niente più inganni dovuti alle superfici “gonfiate” in sede di vendita, stimare il reale valore di mercato di un’unità immobiliare non sarà più un problema.
Sembra che il dato della superficie complessiva dell’immobile faciliterà le operazioni di compravendita, garantendo effettivamente maggiore uniformità: nessuno più potrà confondersi tra metri quadrati calpestabili e metri quadrati commerciali.
Per la determinazione delle tasse sugli immobili (Imu e Tasi)per il momento il valore di riferimento rimarrà la rendita catastale, che, fino all’entrata in vigore della Riforma del Catasto continuerà ad essere basata sul calcolo dei vani. Il problema del disallineamento tra rendite catastali e valore di mercato degli immobili non sembra di facile risoluzione.
Come già preannunciato, ai fini TARI saranno indicati i metri quadrati calpestabili. Addio auto-dichiarazione, l’unico dato su cui il Comune si baserà per calcolare la TARI sarà presente in visura catastale!
Tuttavia, il punto dolente di tutta la questione Catasto rimane quello della mancata attuazione della tanto agognata Riforma. Concepita sotto il Governo Monti e già prevista per il 2015, non vedrà la luce, probabilmente, fino al 2016 inoltrato. Non è ancora chiaro in che modo sarà possibile ottenere una semplificazione dei meccanismi mantenendo l’invarianza del gettito fiscale, e come sarà possibile preservare neutralità ai fini fiscali senza intervenire sull’IMU e sulla Tasi. Ai posteri l’ardua sentenza.
Per ulteriori dettagli consultare il manuale gratuito dedicato alla visura catastale online.