In apertura il Bando Parchi Agrisolari: considerazioni su Catasto e ipoteche

Bando Parchi Agrisolari: considera gli aspetti burocratici oltre quelli economici. Verifica il Catasto e le ipoteche.

Il secondo bando Parchi Agrisolari del 2023 inizierà il prossimo 12 settembre.Bando Parchi Agrisolari Grazie ad esso, imprenditori e cooperative agricole potranno usufruire di un contributo a fondo perduto per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Sebbene l’energia solare sia una scelta economica, sostenibile e vantaggiosa, per le aziende agricole quanto per i privati, l’installazione dei pannelli fotovoltaici richiede attenzione ad alcuni aspetti burocratici.

1. Registrazione al catasto: prima di procedere con l’installazione dell’impianto solare e all’eventuale iscrizione al bando, occorre verificare se l’installazione richiede la registrazione presso l’Ufficio del Catasto locale. Alcune giurisdizioni, infatti, possono chiedere che le mappe catastali e le planimetrie tengano traccia di tali modifiche.

2. Verifica del mutuo ipotecario: se hai un mutuo ipotecario attivo sulla proprietà in cui stai pensando di effettuare modifiche sostenibili, verifica se l’installazione dei pannelli fotovoltaici può avere impatti sull’ipoteca esistente.

Controllare lo stato di aggiornamento dei dati ipotecari e del catasto è più facile di quanto si possa sembrare: Prontocatasto ad esempio fornisce un comodo servizio online che ti permette di richiedere planimetrie catastali, visure ipotecarie, e altri documenti, con pochi click. Il costo della procedura è irrisorio (si tratta di una media di 10 euro a pratica) e i tempi di attesa sono brevissimi; per non parlare del risparmio di tempo e risorse che si ottiene evitando di recarsi fisicamente negli uffici preposti.

L’installazione di pannelli fotovoltaici è un passo importante per un futuro sostenibile e il Bando Parchi Agrisolari è un’ottima opportunità di risparmio per molti agricoltori, ma è essenziale considerare gli aspetti burocratici tanto quanto quelli economici.

Prima di prendere decisioni importanti, prenditi del tempo per comprendere i requisiti catastali e verificare la documentazione. In questo modo si eviterà di dover sopperire alle mancanze in un secondo momento e magari con degli aggravi.

VISURA CATASTALE E PROBATORIETA’

Il catasto italiano è probatorio? In che modo la visura catastale può garantire la probatorietà di un bene?
Un catasto può essere definito probatorio o non probatorio in base agli effetti giuridici che produce. Si ha un catasto probatorio quando esso è in grado di fornire la prova giuridica della proprietà.

Gli ultimi aggiornamenti in materia catastale ci dicono che il governo italiano ha recentemente presentato in Senato un disegno di legge in materia catastale (dopo il DEF 2016, la manovra del DL 50/2017 e vari altri tentativi più o meno fruttuosi di una nuova Riforma del Catasto) che ha lo scopo di riproporre l’art.2 della legge 23/2014. Il nuovo testo tiene conto dell’attuazione della delega in materia di competenze e organizzazione delle commissioni censuarie, di cui all’art.2, comma 3, lettera a della sopracitata 23/2014. Mediante l’attuazione di questo DL si garantirebbe un costante aggiornamento del Catasto, e quindi un allineamento con i dati relativi alle proprietà.

Il catasto italiano è attualmente non probatorio, in quanto non costituisce prova né dei diritti reali sui beni né della posizione dei confini rappresentati nelle mappe catastali, non ha quindi né probatorietà delle identificazioni né topografica.

In compenso l’attuale catasto fornisce – tra gli altri documenti – la visura catastale, la planimetria catastale (oltre che mappe catastali ed elaborati planimetrici, export di mappa e altro), tutti documenti che possono costituire prova dei diritti e dei confini nei quali questi diritti hanno validità e possono essere esercitati. La visura catastale e la planimetria catastale in particolare (soprattutto se certificate) offrono un prezioso supporto alla probatorietà di cui sopra.

Esiste in ultima analisi la possibilità di rendere il catasto probatorio, ma solo per l’aspetto topografico: un giudice può in mancanza di ulteriori elementi, far riferimento ai confini delineati da una mappa catastale, se è necessario determinare un confine incerto.

IL SISTEMA CATASTALE: UN PO’ DI STORIA

Il sistema catastale italiano così come lo conosciamo noi ha in realtà origini non proprio recenti, bisogna infatti tornare al 1 marzo del 1886, con la legge Messedeglia (o Legge della Perequazione Fondiaria, Legge n. 3682), che trasforma il Catasto Urbano (istituito nel 1877) in Catasto Unico Italiano, e vede la nascita del Nuovo Catasto dei Terreni (NCT) e del Catasto Edilizio Urbano (CEU). Precedentemente, la compresenza sul territorio italiano di ben 24 catasti ufficiali era fonte di grande disomogeneità nel metodo di determinazione delle imposte catastali (un fenomeno noto come sperequazione fondiaria, appunto), spinta primaria dietro la creazione della legge n. 3682.

La legge n. 3682 inoltre ebbe il merito di uniformare anche il sistema cartografico italiano, con l’adozione di un sistema di rappresentazione cartografico unico (il “Cassini-Soldner”). La validazione e conservazione degli atti catastali e della maggior parte dei documenti inerenti le pratiche catastali (visure catastali, planimetrie catastali, mappe catastaliecc) oggi spetta all’Agenzia del Territorio.

L’Agenzia del territorio, che dal 6 luglio 2012 è stata incorporata nella ben nota Agenzia delle Entrate, era inizialmente una delle quattro agenzie fiscali italiane, istituite nell’ambito della riorganizzazione del Ministero dell’economia e delle finanze. Ne facevano parte anche l’Agenzia delle Dogane, l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia del Demanio. Sono tutti organismi preposti a svolgere attività tecnico operative precedentemente ottemperate dal Ministero delle Finanze.

Qualsiasi sportello dell’Agenzia del Territorio può, dietro esplicita richiesta, rilasciare informazioni su terreni o fabbricati (se regolarmente registrati presso il Catasto), attraverso documenti come visure e planimetrie, a chiunque sia detentore del diritto di proprietà. Alla persona che non è legalmente proprietaria di un immobile e che si presenta presso uno degli uffici dell’Agenzia del Territorio necessitando di avere una visura catastale, occorre fornire i propri dati anagrafici e le informazioni più importanti circa l’immobile in questione, pagare un contributo e compilare alcuni moduli. Dal 31 marzo 2014 l’Agenzia del Territorio ha attivato anche uno sportello per i servizi catastali online che consente ai proprietari di richiedere la propria visura catastale online dopo essersi registrati ai servizi telematici Entratel/Fisconline. La maniera più veloce, di fatto, per ottenere una visura catastale è però quella di avvalersi di un servizio privato, che mediante la semplice immissione di dati può erogare i seguenti servizi: